martedì 1 luglio 2014

Non ho l'età



Io ho partorito a 33 anni, che voglio dire è un'età di tutto rispetto. C'è gente che a quell'età lì ha fatto cose mica da ridere.
Il punto è che a me i conti dell'anagrafe non tornavano mai e così ogni giornata si chiudeva con un pragmatico "c'è tempo". Poi è arrivato il Polpetta e la storia è storia, ma il quesito è un altro e ve lo vorrei sottoporre: esiste un'età ideale per diventare mamma?
Di sicuro c'è. Ci sono fior fior di esperti che possono elencarci il perché e il percome di ogni nostro processo fisico, ma il mio è un blog per cialtroni e pertanto procedo con riflessioni del tutto personali.
Penso al Polpetta prossimo ai miei 20 anni e me lo vedo che dorme tra gli scogli, mentre la mamma si insabbia con un animatore decisamente alticcio. Bene, direi che non è un'immagine edificante e pertanto possiamo passare ad altro. Mi immagino quindi madre a 25 anni e mi appare, come dentro a un miraggio, il cerchietto con cui il Papi si sparava indietro i lunghi capelli mesciati e penso che no, non ci siamo ancora. Allora ripenso a quei 28 anni in cui mi sottoponevo ad ore e ore di lettura, prostrata davanti all'immaginetta di Marquez (che non è un calciatore... no, perché dato che siamo tra cialtroni è meglio specificare) e lo invocavo nel tentativo di far scendere in me il verbo, anche un avverbio mi sarebbe andato bene, tanto ero invasata. No. Non era ancora il tempo per procreare. E' che il tempo giusto per procreare, se proprio devo dirlo, io non l'ho ancora individuato.
Qualche giorno fa una mamma, piuttosto giovane, mi ha fatto notare che fare un figlio dopo i trenta è già una cosa al limite, che sei a un passo dall'atto di puro egoismo. C'ho pensato. Sul serio. Mentre il mio karma si fumava ottantadue sigarette io sorridevo e blateravo un etereo "può essere". Del resto le opinioni sono tante e mica me le vado a scartabellare tutte. Le mie ave di allora, alla mia età ,avevano già sfornato cucciolate di animaletti affamati. Le mie amiche di ora cercano invece di giocarsela tutta, prima di consumarsi dietro ad un adorabile quanto pittoresco nano da giardino. Non mi sento di giudicare nessuna delle parti chiamate in causa. Ogni contesto detta una possibilità. Ogni storia è stabilita da una volontà.
Posso però dire - per esperienza del tutto personale - che quella fetta di vita che ho trascorso a pascolare tra le spiagge assolate o consumandomi dentro ai libri di una biblioteca me la sono mangiata di gusto e mi sono anche data il tempo per digerire tutto. Non ho pesi sullo stomaco e non vado a dormire affamata. Il Polpetta ha così incrociato una mamma che forse non lo aveva inserito nella lista delle dieci cose da fare prima di struccarsi, ma che lo ha preso in braccio con la forza di chi ha nuotato parecchio prima di arrivare a riva. E quelle sono braccia forti, mica legnetti da sushi.
Certo, cara giovane ragazza dagli occhi da Hamtaro, il fisico di una ventenne naviga come un motoscafo non te lo posso negare e conosco madri poco più che ventenni che in ciclabile mi doppiano vergognosamente. Così come incrocio spesso certe trentenni che magari se la prendono più comoda, ma che sul loro dodici metri col pupo ci stanno proprio bene.
Il punto è che se alla guida del mezzo non ci metti qualcuno che sa esattamente dove andare poi non è così facile tornare a riva e pertanto non è una questione di età, ma piuttosto di rotta da seguire. Anche perché - dall'alto dei miei ormai prossimi 35 anni - vorrei precisare che ora io non navigo più su un gommone a forma di rana, ma su una fantasmagorica nave da crociera.

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