martedì 15 luglio 2014

Bimbomania

Una mamma esce dal puerperio con la carta di credito tatuata in fronte. A pochi giorni dal parto la pupilla di una neomamma inizia a dilatarsi pericolosamente, la sete di shopping si fa sentire già dopo sette giorni di reclusione e si inizia così ad assumere lo sguardo acquoso di chi comprerebbe anche dodici kg di sarde pur di poter frequentare la cassa di un qualsivoglia negozio. Per risultare più convincente ci si trova a maneggiare il pescetto dichiarando a gran voce: “mi hanno detto che fa tanto bene al bambino”. Si riesce a pascolare tra gli scaffali della farmacia con la stessa morbosa intenzionalità con cui prima ti aggiravi tra i saldi di fine stagione. Che sia un ciuccio o un miniclistere, la busta di carta tra le mani vibra seguendo il ritmo del muscolo cardiaco e corri a casa con l'insensata voglia di scartabellare le istruzioni d'uso. Perché non esiste un solo oggetto destinato ad un elementare quanto adorabile frugoletto che non riporti norme e dettami da studiare con estrema attenzione. In alcuni casi ci vuole una preparazione magistrale e non basta un solo utilizzo - no - alle volte ti incroci con missioni impossibili che nonostante l'impegno e l'ostinazione rimarranno tali.
Il Papi ogni volta che affronta il montaggio del lettino da campeggio straccia con disprezzo la laurea in ingegneria, si rimangia le ore spese davanti ai Lego Technic, assume l’espressione da maestro Shifu e si trancia di netto due falangi.
All'inizio credevo fosse l’inesperienza il generatore di ogni caos, poi ho capito che facciamo parte di un disegno più grande. Ad ogni articolo acquistato -  complicatissimo da montare, da utilizzare e perennemente impossibile da aggiustare - ne segue generalmente un altro che ha le caratteristiche opposte. E' come se ti regalassero la settimana enigmistica senza le soluzioni dei cruciverba e poi però ti proponessero di acquistare quella con le caselle già compilate. Ti dicono che è tutto frutto di una normalissima evoluzione, bene, io non ci credo e da cialtrona di prim'ordine affermo con convinzione che il male si annida esattamente là dove noi versiamo ogni anno le nostre migliori mensilità: dentro gli occhi di tuo figlio.
E' per questo che ti ritrovi ad acquistare un passeggino che monta gli stessi pneumatici di un suv e poco importa se per farlo entrare in auto deve essere smontato in trentadue pezzi distinti, sei talmente obnubilato da quelle pupille color amore che accetti di pagarlo in ottantadue comode rate pur sapendo che inizierai ad odiarlo nel giro di poche ore.

In realtà poi passa - dicono - o comunque tutto si ridimensiona perché quell’impulso da serial killer negli anni si attenua - dicono. Ci possono volere mesi (alle volte anni), ma l’accumulo da bimbomania a un certo punto cessa - dicono. E così improvvisamente un bel giorno il fattorino smette di suonare al citofono, tuo marito riprende a parlarti senza più nutrire gelosie insensate verso il corriere magrebino, e tu alla sera ti assopisci lentamente sul divano e non più davanti all’applicazione di Amazon.
Può essere. Ci voglio credere. Anche perché ho visto che c'è una vendita online di scarpine davvero deliziose, quelle col plantarino interno, e di un pellame che sembra fatto apposta per garantire il massimo comfort al piede del Polpetta e - si sa - con i piedi dei bambini non si può affatto scherzare, quindi mi sa che le compro. Ora. Tanto domani mi passa. Dicono.

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