martedì 15 marzo 2016

A te (monologo - breve - sull'origine dei cazzi propri)

A te che te ne stai lì al pane e tutte le volte che stacco da terra mio figlio gli rammenti che è grande per stare in braccio;
A te che ti accosti alla pesa delle verdure con le tue dodicipeschenoci e tutte le volte che mi avvicino con una pallina di radicchio tra le dita mi chiedi se mio figlio parla e, davanti al suo mutismo coscienzioso, gli ricordi che è grande e che, pertanto, dovrebbe parlare e gli mimi un ciao come se fosse un neozelandese con seri problemi audiometrici;
A te che te ne stai annidata a pochi centimetri dalla cassa e che quando passo col carrello interrompi il conto apposta per ricordarmi che mio figlio con quel coso in bocca è brutto, bruttissimo e, sempre a te, che poi - ardita - ti rivolgi direttamente a lui per chiedergli se non si vergogna di girare con quel dannattissimo ciuccio appeso ai denti;
A te.

Sì, proprio a te, che chiedi sempre il prezzo delle spaccatine prima di ordinare un'altra volta - ancora - le spaccatine...
Sì, proprio a te, che appesa alle tue peschenoci ti carezzi il Moncler con l'aria orgogliosa di chi si porta appresso un rarissimo nido di pterodattili...
Sì, proprio a te, che hai il culo più grosso della testa, e non per una questione anatomica, ma per una necessità cerebrale...

te lo scrivo qui, così non ce lo dimentichiamo, mh?

I beati cazzi tuoi aiutano a vivere meglio. Non te li prescrive il medico e non sono esposti tra i prodotti biologici e neppure tra i farmaci da banco, no, ce li hai tu - proprio tu - e te li porti appresso tutti i santi giorni. Però devi rammentarti di cercarli, perché poi - vedi - accade che un giorno io mi incazzo e ti sbriciolo le tue spaccatine da treeuronovantailchilo; e ti tiro il cespo di radicchio lì in mezzo ai Persol nuovi fiammanti; e ti faccio rifare il conto della spesa perché mi sono ricordata che la tessera della raccolta punti ce l'ho sul fondo della borsa e lo voglio proprio quel dannatissimo servizio di tazzine con i fenicotteri rosa.

Ecco.

Tra l'altro - giusto per ultimare la spiegazione ed essere così esauriente, come sempre a te piace essere - i cazzi propri non costano nulla, te li fornisce madre natura e a te basta solo dedicarci attenzione, curarli e dimenticare così, di conseguenza, quelli degli altri, quelli per cui nessuno ti interroga, ti chiede, ti rincorre. È un'opera ardua, me ne rendo conto, ma ce la puoi fare e io ti sarò vicina. Credimi. Anzi, ti ho talmente a cuore - pensa - che, nell'eventualità che ti sfugga questo scontatissimo avviso, mi rendo disponibile a rispiegarti ogni concetto, punto per punto, con il sorriso entusiasta che sfodero puntualmente davanti allo scaffale degli assorbenti interni.


See you soon, darling.