sabato 12 luglio 2014

La gramigna e i fiori di campo

Un figlio ti viene fornito senza istruzioni e questo genera mediamente ansia, perché qualche direttiva su come muoversi nel magico mondo dei salamini al latte non nuocerebbe affatto. E allora invochi l'aiuto di internet, ti tuffi nei forum con la stessa foga di un formichiere bramoso e scovi l'inverosimile. I gruppi di mamme disposte a declinare il verbo del fare sono popolati di fondamentaliste al cui cospetto persino uno spavaldo Jeane Claude Van Damme chinerebbe il capo in segno di resa. Che si chiedano delucidazioni in merito all'acquisto di un flacone di crema o all'utilizzo di un qualsiasi sonaglietto da passeggio, il rischio è quello di generare un guazzabuglio verbale. Se poi ti inerpichi dentro questioni come allattamento, svezzamento, vaccini, pannolini, sai già che starai per ridare lavoro a qualche legale prossimo alla pensione. Eppure la condivisione materna fa bene, come tutte le condivisioni in genere, perché c'è sempre chi è transitato per primo ad un incrocio e ti può suggerire la via più comoda da percorrere. Una volta suonavi alla vicina di casa, adesso accendi il pc, è più o meno la stessa cosa. Certo nel secondo caso c'è la variabile - e non da poco - di non dover neppure dire chi sei ed è una libertà maggiore per certi versi, per altri credo che ci privi un po' dello sguardo comprensivo che solo un'altra mamma può dare. Ovvio che sto parlando delle friend mom, quelle mamme che non sono solo capaci ma anche oneste e scevre da qualsiasi forma di giudizio. Quelle che se non riesci ad allattare ti dicono "lascia stare e sii felice", quelle che se allatti ancora dopo i diciotto mesi ti abbracciano con stima e non strabuzzano gli occhi come se avessero incrociato un panda rosso della Malesia. Quelle che se chiami di notte perché il bambino piange vengono - anche di notte - a guardarlo con te, mentre piange.
Queste mamme non le trovi su ebay, ma sono una razza in via d'estinzione. Persino il panda rosso della Malesia se passa una mamma di questo tipo si ferma e lascia la precedenza.
Perché ci sono donne - ma anche uomini - che prima ancora di sentirselo chiedere esprimono e sottolineano più volte il loro parere su qualsiasi altra scelta genitoriale. E' una tendenza umana piuttosto diffusa, il punto però è che a parlar di mobili o automobili il danno è al limite del me ne frego, ma quando il metro di paragone è un figlio il danno è al limite del vaffanculo.
Ci sono contesti in cui la parolaccia aiuta, concedetemelo. Questo è uno di quei casi, perché i bambini non hanno un solo ingrediente uguale a quello di un loro simile, ogni impasto è diverso e ogni impasto richiede una lavorazione altrettanto diversa. Pertanto puoi condividere le tue modalità ma non serve a nulla etichettarle come uniche ed imprescindibili, perché tanto nessuno le utilizzerà mai. Per molti esseri umani evidenziare le inefficienze altrui è indispensabile, senza gli errori degli altri non avrebbero nulla di cui parlare, ma soprattutto non riuscirebbero a placare le insicurezze che segretamente li attanagliano.
Io vi consiglio pertanto una modalità per affrontare cotanta inettitudine: abbracciateli. Alla chiusa del loro monologo, proprio quando abbassano il rastrello con cui hanno pettinato il vostro orticello e mettono via i semini delle vostre insicurezze, ricacciate indietro il desiderio di prenderli a zappate sul naso e abbracciateli. Alcuni si sentiranno appagati, ma la maggior parte di loro si sentirà crescere dentro un livello di imbecillità talmente forte che finiranno per appassirvi lentamente davanti agli occhi.
Le erbacce non si debellano, mischiate però con qualche fiore di campo si perdono e alla fine finisci quasi per non notarle più.

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