venerdì 26 settembre 2014

INSTAMUM Eleonora Manfroni e Noi

acrilico su tela


E' andata più o meno così. Ero in ospedale, avevano appena portato via il Polpetta e stavo aspettando. Lo avevano preso che piangeva e non mi era stato permesso di consolarlo. E il pianto di un figlio fa salire l'altamarea nel cuore di qualsiasi mamma. Era come se mi avessero schiacciata dentro ad un minuscolo vaso. Me ne stavo lì, compressa dentro i miei nove mesi di attesa, a ripercorrere le ore di travaglio che mi scalciavano nuovamente dentro, che mi toglievano nuovamente il fiato.
Al centro di quell'immenso spazio bianco ho capito che sarei stata con lui per sempre, che nulla ci avrebbe mai diviso. E' una sensazione impalpabile, un pensiero difficile da maneggiare.
Il telefono brillava di chiamate, messaggi, avvisi. Non saprei dire quanti mi hanno lasciata senza fiato per quel loro prendersi cura di me, di lui, di noi. Non saprei.
Ne nomino una, ma vale per tutti.
Eleonora ha atteso con noi, a distanza di chilometri.
Poi non lo so come accadono certe cose.
Ha preso una tela e ha iniziato a dipingere, ma non l'ha fatto dandosi un soggetto, una trama, un pensiero, ha seguito l'impulso che il cuore le suggeriva. Tra una pausa e l'altra mi scriveva, chiedeva del Polpetta, chiedeva della mamma.
Di sera, mentre me ne stavo a letto, abbracciata al mio bambino che finalmente dormiva sereno, ho ricevuto un messaggio in cui Eleonora mi mostrava un quadro appena ultimato. Mi sono così trovata improvvisamente davanti a uno specchio, l'abbraccio era il medesimo in cui mi stavo consumando. Si annullavano i chilometri, le distanze, i pensieri. Si perdevano le preoccupazioni, le paure, i confini.
Non so spiegare esattamente cosa accade, ma c'è qualcosa di misterioso tra lo spazio che divide una mamma da un'altra mamma. Spesso ci perdiamo dentro i confronti, le invidie, le paure, ma altrettanto spesso lasciamo che il filo invisibile del nostro vissuto si tenda e attiriamo a noi il sentito di un'altra mamma e ci consoliamo senza dirci nulla e ci abbracciamo senza neppure saperlo. Se accadesse più spesso, credo che ci sentiremmo meno sole.

Grazie ai vostri cuori quindi, tutti. Non uno di meno. Erano con me. E lo sono ancora. Ovunque io sia, ovunque tu sia.

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