domenica 4 gennaio 2015

A proposito di buoni propositi

Il mio buon proposito per il 2015 è vedere il fondo del cesto della biancheria. Non ne ho altri, perché questo è già di per sé superimpegnativo e in quattro giorni di nuova esistenza casalinga (quella che mi sono imposta a capodanno) ho giocato a memory svariate volte con i calzini spaiati che da un anno nascondevo in un cassetto, ho scoperto di avere cardigan interessanti che durante i saldi mi ero ripromessa di acquistare, ho ritrovato mutande che avevo dato per disperse e il dubbio più angosciante era dove le avevo perse... 
Insomma, benché la cinghia della lavatrice ad ogni centrifuga ululi come un licantropo innamorato, io vado avanti in questa mia avventura da casalinga, madre, donna, quasi perfetta.
Ovviamente di perfetto non c'è nulla.
Ho passato lo sgrassatore su tutta la cucina e ho scoperto di averla acquistata bianca, non color champagne. Ho pulito la cappa di design, che mi è costata come una berlina, con tutta l'ostinazione di cui sono capace e, quando alla dodicesima passata di panni magici, mi ci sono specchiata ho chiesto con aria truce se ero o non ero la mamma più brava del mondo e la cappa mi ha risposto, con quella sua voce da fumatrice accanita.

"Tu non sai cucinare, non ti piace pulire casa, ci sono giorni in cui scapperesti a gambe levate dai tuoi doveri. Eppure ami mostruosamente tuo figlio. Che te ne fotte di essere una brava mamma? Se cucinassi bene, se ti fossi tatuata sul bicipite la scritta Vorwerk, se ti incipriassi ogni giorno il viso come una geisha dalla mostruosa attitudine al sacrificio, risulteresti oltremodo antipatica. Concediti quindi queste tue molteplici imperfezioni perché quello che sei è già tanto, alle volte forse troppo."

E dopo un ultimo rantolo si è spenta.
Amo questa casa, dove tutto ciò che trovo, mi placa il cuore.
Gli anni nuovi passano e diventano subito vecchi, si riempiono dei nostri panni sporchi che spesso ci dimentichiamo di avere, fino al nuovo passaggio di proprietà, fino a quando decidiamo di lavarli, stenderli, farli nuovamente nostri. Ogni buon proposito è quindi sempre ben accetto, perché ci permette di alimentare una cosa che finisce quasi sempre dentro il cassetto dei calzini spaiati: la speranza.
Vado a spegnere la lavatrice. Quel suo urlo straziante deve essere placato, esattamente come i nostri sensi di colpa, esattamente come il nostro senso di inadeguatezza, esattamente come la vita che procede e che, ogni tanto, può concedersi anche delle pause. Quindi mi rimetto il pigiama e torno a fare un bel nulla.

Buon anno a tutti.

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