«Le regole, darsi delle regole», dice il Papi.
Sfortunatamente non si è buttato in politica, perché la forza di certi suoi
diktat si sgretola subito davanti ad un qualsiasi videogioco popolato da zombie
e nutrie in decomposizione, ecco perché credo che sarebbe stato un ottimo
ministro, perché l'occhio da bue messo in sella al trattore gli è esploso
in faccia solo dopo aver espresso il seguente pensiero
«Basta sala giochi!
Adesso andiamo all'altalena! All'aperto! All'aria! All'ombr... oh, ma guarda ci
sono gli zombie...»
Predire, dire, ridire, contraddire, eccole le meraviglie dell'essere genitori.
Poi vabbè a quelli bravi non succede mica di farsele fuori tutte le fasi dello
splendore e del disappunto, ma questa è un po' la cinquantunesima sfumatura che
nessuno conta mai.
Quelli bravi, genitori, col predire sono già a posto; quelli bravi sono bravi
punto e, fateci caso, si muovono bene in gruppo; esercitano il medesimo sguardo
vitreo; da lontano ti indicano con la mano alzata e gorgheggiano - sì, lo so,
ho detto gorgheggiano - e si accartocciano pure un poco dentro a quel loro
frenetico gesticolare.
Come gli zombie, appunto.
Ma per fortuna io c'ho il Nic adesso che ci spara addosso agli zombie - sì, lo
so, ho detto ci spara - e usa palline di gomma fluorescente e lo fa mandando in
aria risate e, si sa, fa più vittime una risata che una pistola laser - sì, lo
so, gli zombie sono già morti - vabbè, per fortuna che c'ho lui, ecco. Ma non
ditelo al Papi, eh, non diteglielo che fa leggi evanescenti perché magari
prende coraggio e si butta sul serio in politica. Ecco, no, mi manca solo
questo, dai. Poi chi li sente i detrattori della PlayStation appesa in classe
al posto del crocifisso. Chi li sente, mh?
E dire che pure io sono stata una brava genitrice, una volta, un po' come
Cenerentola è stata una colf e Biancaneve una drogata, ma è stato tipo quattro
anni fa, è stato tipo quando ero un'altra, è stato tipo quell'attimo prima di
mettere al mondo mio figlio.
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